Thraw: Tradimento – Recensione

Finalmente è disponibile il nuovo romanzo su uno dei personaggi più amati dai fan

Dal primo incontro con l’Imperatore Palpatine, il Grand’Ammiraglio Thrawn è stato uno degli strumenti più efficaci dell’Impero, inseguendo i suoi nemici fino ai confini della galassia. Nel corso degli anni è diventato anche per i fan uno dei personaggi più amati, cruciale per l’immaginario di Star Wars, presente in Rebels e citato anche in The Mandalorian per proseguire la storia e probabilmente lo rivedremo nella serie tv su Ahsoka. Un’arma per l’Imperatore, certo, ora Palpatine sogna qualcosa di molto più distruttivo.

Ma le cose cambieranno poichè Thrawn si è accorto che l’equilibrio di potere all’interno dell’Impero non si misura solo in termini di militare o efficienza tattica, il tutto mentre Orson Krennic sta portando avanti il progetto della Morte Nera. Thrawn: Tradimento si appresta quindi a chiudere il cerchio di questo personaggio.

La storia di questo personaggio ormai è ben nota. Grazie alla serie tv Rebels sappiamo che ha creato sul pianeta Lothal una catena di montaggio di TIE Defender, i migliori caccia stellari che la galassia abbia mai avuto. Ma l’Imperatore preferisce stanziare i soldi per un progetto che porterà a quella che noi conosciamo come Morte Nera, gestita da Krennic, il cui vero nome è Stardust e non Stellina come viene chiamata nella versione italiana dello spin-off Rogue One. Le vicende del romanzo partono subito dopo la cattura di Hera Syndulla e Thrawn capisce che la cellula ribelle di Kanan Jarrus ed Ezra Bridger sta organizzando un piano per liberare Hera, ma al momento c’è un problema più grande da affrontare: Krennic e il progetto Stardust.

Tra Thrawn e Palpatine c’è sempre stato un grande rapporto, fin dal suo arrivo su Coruscant e la fiducia è talmente grande che l’Imperatore, in una conversazione con Tarkin, ha deciso di dare fondi al progetto Defender solo se Thrawn avesse risolto il problema che si sta verificando ai rifornimenti per il progetto Stardust. Cosa farà Tarkin? Nonostante il progetto Stardust è anche suo, pur di contrastare Krennic, il Grand Moff decide di aiutare Thrawn, una situazione che l’Imperatore apprezza poichè ama vedere i suoi subordinati gli uni contro gli altri.

Ma Thrawn ha grandi doti tattiche e scarsa predisposizione politica e non è ben visto dagli alti gradi dell’Impero per varie ragioni. E’ un alieno ma soprattutto per invidia grazie alla sua scalata al potere e al ruolo di Grand’Ammiraglio. Ciò che rallenta il progetto Stardust sono le creature Gralloc, con grosse ali a pipistrello, dal corpo affusolato e dalla bocca a ventosa come i mynock. Rappresentano un problema per il progetto poichè rosicchiano i cavi di alimentazione delle navi fino a quando l’iperguida non funziona e la nave svanisce nello spazio interstellare. Il Chiss non impiegherà molto a scoprire che qualcuno ha trovato il modo per rubare i rifornimenti, facendo finta che la colpe fosse dei gralloc e che i Grysk hanno trovato il modo di derubare i ladri. Anche l’Ammiraglio Ar’alani dell’Ascendenza Chiss è sulle tracce dei Grysk, così la padronanza della strategia di Thrawn dovrà guidarlo attraverso una scelta: il dovere verso l’Ascendenza Chiss o la fedeltà all’Impero. Una scelta equivale a tradimento perchè nessun imperiale può stringere accordi con una forza aliena come lo sono i Chiss.

Mentre Thrawn lavora per un posto nelle gerarchie imperiali, il suo ex protetto Eli Vanto ritorna come alleato di Ar’alani, per volere dello stesso Thrawn alla fine del primo capitolo della trilogia Vanto lascia l’impero per unirsi ai Chiss. Un rampollo della Marina Imperiale con la capacità di analizzare grandi quantità di dati, diventando traditore per l’Impero. Alla squadra di Thrawn si aggiunge anche il Commodoro Karyn Faro, fedele alleata di Thrawn e dotata di abilità tattiche che la rendono una spalla ideale. Le indagini di Thrawn lo porteranno a rivelare un tentativo di sabotaggio ordito da personaggi di alto rango nell’Impero, ma nel tentativo di svelare il mistero ha dovuto allearsi con i Chiss e portare l’Ascendenza al cuore dell’Impero, con sospetti da parte dell’Imperatore.

L’ultimo capitolo della trilogia è qualcosa di fantastico poichè Timothy Zahn riesce a portare il tema della lealtà al centro di tutto, accennato nei precedenti capitoli ma mai approfondito come in questo. Ma la lealtà all’Impero viene affrontata da diversi punti di vista poichè vediamo quella linea sottile tra fedeltà all’Impero Galattico e all’Ascendenza Chirss. Le qualità del protagonista vengono elevate al massimo dello splendore. Ma Thrawn non è il solo con le qualità accentuate perchè anche i personaggi secondari come il Commodoro Karyn Faro viene esaltato.

Ma il lavoro di Zahn non si ferma qui poichè il suo lavoro si collega perfettamente con gli eventi canonici della quarta stagione di Rebels e amplia idee future per il futuro, mettendo su un piatto d’argento i perfetti villain per un live action futuro, ovvero i Grysk. Non si tratta solo di un libro basato sul protagonista ma anche su altri personaggi: dalla visione delle navigatrici Chiss tramite la storia di Vah’nya e i poteri della Forza al lavoro di Eli Vanto, vitale per il futuro dell’Ascendenza, così come l’Ammiraglio Ar’alani. La battaglia finale mette in mostra anche il Commodoro Faro con le sue abilità strategiche, arrivando ad un susseguirsi di colpi di scena e rivelazioni pazzesche che porteranno Thrawn a confrontarsi con il suo dualismo.

I personaggi sono ben caratterizzati, con tradimenti, politica, stratagemmi militari e sequenze di narrazione interessanti che portano questo romanzo come uno dei migliori mai realizzati fin’ora.

 

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