The Mandalorian: il rilancio di Star Wars passa dall’Orlo Esterno. Ecco perchè è la porta per il futuro del franchise

Finisce la prima stagione della prima serie tv live-action di Star Wars, riuscendo ad accontentare tutti i fan

La serie tv ha superato la trilogia sequel in fatto di gradimento da parte del fandom, riuscendo a proporre un prodotto assolutamente fresco.

In una galassia lontana lontana, troviamo una storia ben lontana rispetto a quanto abbiamo visto nei film e The Mandalorian ha il compito di mostrarci cosa succede nell’Orlo Esterno. A livello temporale ci troviamo 5 anni dopo la fine dell’Impero, dopo Episodio VI, una pare dell’Impero è sopravvissuta, cerca di ricomporsi dopo la sconfitta che ha portato la fine di un regime dittatoriale. Se nel nucleo la situazione è cambiata, nell’Orlo Esterno ci troviamo in una situazione ancora difficile. La storia racconta di un mandaloriano, leggenda per molti, abile cacciatore di taglie appartenente ad una popolazione che ormai sta scomparendo e che si ritrova a dover scegliere di nascondersi per non essere eliminato che accetta l’incarico di catturare un “cinquantenne” appartenente alla razza di Yoda (fin’ora sconosciuta). Qualcuno si è lamentato perchè la prima stagione non ha una storia principale ma sembra un gioco fatto solo di missioni secondarie, ma il bello è proprio questo: partendo dal fatto che non per forza bisogna seguire una storia principale in ogni puntata, lo scopo della serie era quello di mostrare cosa succede nell’Orlo Esterno, tra vari popoli, e delle avventure di un cacciatore di taglie.

The Mandalorian è una serie tv che è arrivata in un momento molto critico per il franchise di Star Wars, all’ombra di una trilogia che ha scatenato solo polemiche e per la scarsa mancanza di innovazione, cosa che la serie tv fa. Diciamocelo, è il trionfo dell’innovazione, il mostrare qualcosa di nuovo e senza la presenza degli Skywalker o della Forza come punto fondamentale. Rogue One: a Star Wars Story ci ha insegnato che un buon prodotto può basarsi anche senza l’uso delle spade laser, basta realizzare qualcosa di semplice, innovativo e che non sia carico di contenuti spesso anche inutili. Dave Filoni e Jon Favreau hanno realizzato la prima serie tv live-action di Star Wars, partendo da uno dei personaggi più amati (e poco conosciuti) dai fan e con un successo un po’ inaspettato visto l’ambiente carico di delusioni. Il risultato? La perfezione, la dimostrazione che Star Wars è un’intero universo e non solo quattro pianeti e lo scontro tra Jedi e Sith. Tanti easter egg legati alla trilogia originale, tanti riferimenti ad eventi già visti, basti pensare al congelamento in carbonio alla prima puntata come era successo ad Han Solo in Episodio V, il ritorno su Tatooine, gli Ala-X, il camminatore Imperiale.

 

Oltre a dimostrare ancora una volta che gli stormtrooper hanno una mira da fare schifo (vedesi episodio 8 che non riescono neanche a colpire una maledetta lattina immobile a 3 metri di distanza), la serie incarna l’ideale del genitore e di balia. E’ tipico della narrativa Disney l’idea del genitore che difende il bambino indifeso e ovviamente parliamo del nostro protagonista Din Djarin (il suo vero nome) e Baby Yoda anche se questo nome non ha niente a che fare con il leggendario maestro, ma in assenza di una sua identità gli è stato dato questo nome. Il destino del piccolo è incerto, abbandonato a se stesso, e riesce a scatenare nello spettatore un forte sentimento di protezione. La seconda stagione è stata già annunciata e basandoci sul finale della prima, sappiamo che la nuova stagione girerà intorno a due tematiche: la ricerca del pianeta di Baby Yoda e il destino della Darksaber, arma mandaloriano in mano al Grand Moff Gideon

La serie però non solo ci porta il concetto di padre, ma ci spinge al di là delle intenzioni della Disney, ovvero l’antico scontro tra Mandalore il Grande e gli stregoni detti Jedi che hanno il potere della Forza. Kathleen Kennedy disse in passato che la Old Republic era uno degli argomenti per alcuni film e magari sarà proprio quello di Kevin Feige, legato magari alla Vecchia Repubblica e alle Guerre Mandaloriane.

Parliamo di un epoca molto antica, tra il 3.965 BBY e il 3.960 BBY, un conflitto innescato dai mandaloriani per conquistare l’Orlo Esterno, allora sotto il controllo della Repubblica. Dopo la fine della Grande Guerra Sith, i mandaloriani vennero spinti dall’Impero Sith a conquistare maggior spazio ai danni del Senato ma i Jedi si opposero poichè vedevano nei Sith un vero nemico, non tanto nei mandaloriani. Il conflitto tra le due fazioni si accese ancora di più quanto i due Jedi Revan e Malak deciso di chiamare altri Jedi alla causa e combattere. Revan si dimostrò uno stratega ineccepibile, riuscendo ad ottenere vari successo e spingere i mandaloriani alla ritirata. Revan utilizzò un’arma molto potente, conosciuta come Generatore di Masse Oscure, che spazzò via sia la flotta mandaloriana che quella della Repubblica, segnando il suo passaggio al Lato Oscuro. Grazie ad Episodio IX, Revan è diventato canonico ed è considerato come uno dei miglior personaggi del franchise di Star Wars, sicuramente un valore aggiunto ed un ottimo prodotto in caso di realizzazione cinematografica.

 

Bob Iger, CEO della Disney, affermò che le serie tv potrebbero dare spunto alla realizzazione di nuovi film e The Mandalorian potrebbe fare esattamente questo anche grazie ad un altro elemento che vediamo nella serie tv: la Darksaber. Si tratta di una spada già vista nelle serie animate Clone Wars e Rebels, una delle armi più potenti di sempre e creata dal Mandaloriano Tarre Vizsla, un ex Jedi e anche mandaloriano. Dopo la sua morte, i Jedi recuperarono la sua spada e la riportarono al Tempio Jedi dove rimase fino agli ultimi giorni della Vecchia Repubblica, quando venne poi recuperata dagli ultimi membri della Casata dei Vizsla.

Tra di questi troviamo Pre Vizsla durante la Guerra dei Cloni e il suo scopo è quello di riportare splendore a Mandalore, fondando la Ronda della Morte che innesca un modo di ribellione contro la governatrice di Mandalore dell’epoca: Satine Kryze. Satyne voleva dare un’impronta meno militare fondando una fazione di pace chiamata i Nuovi Mandaloriani. La Repubblica mandò Qui- Gonn Jinn e Obi-Wan Kenobi a controllare la situazione e proteggere Satine. Ma la Ronde della Morte scatenò un potente attacco guidato da Pre Vizsla, che non era altro guidata dal Conte Dooku. Qualche anno dopo arrivò Darth Maul che voleva reclamare il potere su Mandalore e prendersi la rivincita su Obi- Wan Kenobi e uccidere Satine, entrando in possesso della Darksaber dopo lo scontro con Pre.

Oltre a questo evento, dalla serie tv sappiamo dell’esistenza della Grande Purga che culminerà nella Notte delle Mille Lacrime, evento in cui l’Impero raderà al suolo molti pianeti tra cui Mandalore. Insomma, di eventi ce ne sono stati tanti e uno di questi potrebbe essere utile per la realizzazione di un film, mostrando appunto qualcosa di nuovo su personaggi innovativi e interessanti.

Non sappiamo cosa succederà nell’universo cinematografico del franchise, a gennaio ci sarà un annuncio di un nuovo film, ma l’unica cosa certa è che The Mandalorian è un prodotto di altissimo livello, che ha saputo dare una nuova visione al franchise di Star Wars. Non conosciamo i piani della Lucasfilm, ma questa serie tv ha tanti spunti per realizzare un film (non per forza trilogia) e mostrare tanti aspetti particolare che potrebbero sia far felice i fan, sia attrarre nuovi fan come è successo proprio con la serie tv.

 

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