May the Fourth Be With You a tutti!
Quale modo migliore di iniziare lo Star Wars Day se non con il primo episodio della nuova serie tv The Bad Batch, serie sequel di The Clone Wars e dalla durata di 70 minuti. Il primo episodio, intitolato Aftermath, parte decisamente bene ed è ricca di colpi di scena e rivelazioni, cosa che avevo già immaginato. Entriamo più nel dettaglio, tranquilli, recensione senza SPOILER.
Nell’ultima stagione di The Clone Wars, la Bad Batch ha avuto un arco narrativo che faceva capire fin da subito che ci sarebbe stato un seguito, perchè non solo prosegue The Clone Wars, ma al tempo stesso ci porta in periodo Rebels, come una sorta di prequel. Per questo si tratta di un’opera fondamentale, proprio perchè aiuta a capire l’intero universo e perchè si trova su un crocevia di trame, personaggi e situazioni. Grazie alla sua collocazione temporale, la serie ci permette di approfondire nuovi e vecchi personaggi, andando ad esplorare un’epoca esplorata di rado nelle serie e nei film già visti.
Già da questo primo episodio si può capire l’importanza di questa nuova serie nell’economia generale del franchise e Aftermath (titolo meraviglioso che richiama il romanzo), parte subito in quinta, buttandoci in mezzo all’azione e descrivendo minuziosamente le conseguenze immediate all’Ordine 66 sui nostri protagonisti. L’episodio ha due enormi pregi: inserire la squadra all’interno di un racconto molto ampio e rendere più umani, profondi e complessi i cinque protagonisti, perchè senza personaggi ben funzionanti, la serie non garantirebbe qualità.
Aftermath funziona perfettamente poichè ti da la possibilità fin dal principio di affezionarti ai protagonisti e alla piccola Omega. La squadra vive di un conflitto interiore, che ruota intorno alla lealtà verso l’Impero e alle loro decisioni in una maniera tesa e avvincente. Ogni personaggio brilla di luce propria e in The Clone Wars ovviamente non hanno avuto il tempo di essere ben caratterizzati. Cinque cloni difettosi, al centro di un uragano che non comprendono e non sanno cosa fare, la vera forza di questa puntata. Non si tratta solo di sparare o uccidere, ma decidere da che parte stare e questo elemento è la forza di questa serie indipendente, nonostante segua le orme di The Clone Wars e Rebels.
La trama è molto semplice, vediamo la squadra che passa dalla Guerra dei Cloni all’Ordine 66 e come si evolverà il loro comportamento, generando conflitti interni tra di loro, soprattutto tra Hunter e Crosshair. La squadra prenderà una decisione su chi vuole essere e in 70 minuti assistiamo a molti cambiamenti: la backstory di Caleb Dume, l’inizio dello scioglimento dell’esercito dei cloni e soprattutto le vicende dei protagonisti e il loro cambiamento. Già dal primo episodio si semina già il conflitto principale della serie, quello tra Hunter e Crosshair che si pongono su due ideologie diverse. All’interno della puntata c’è molta politica e questo da ancora più profondità di temi, con un ritmo forsennato ma che comunque si prende le sue pause per riflettere sugli eventi.
Non potevamo aspettarci un inizio migliore. Aftermath è sicuramente all’altezza delle migliori aspettative e se questo è l’inizio, ci fa ben sperare per il proseguimento della serie. La sua forza sta nell’aggiungere dettagli e approfondire diverse questioni affrontate sempre in modo mai approfondito bene, osservando la storia non dal punto di vista Jedi ma dalla parte dei cinque cloni difettosi, dotati di una prospettiva decisamente unica su tutta la vicenda. I membri della Bad Batch non sono imperiali ma non sono ribelli, almeno per il momento. Si trovano in una posizione di mezzo e questo li rende molto interessanti.