Ciò che è successo ora verrà mostrato.
Da quanto abbiamo visto Kylo Ren al cinema, i fan si sono chiesti fin da subito come mai Ben Solo è passato al Lato Oscuro e sopratutto come ha incontrato Snoke, creando poi la dinastia Ren. Ebbene, grazie alla miniserie Star Wars: Rise of Kylo Ren, questo mistero verrà svelato. A scrivere questa storia troviamo Charles Soule, uno che non ha bisogno di presentazioni grazie alla serie Darth Vader, mentre le matite sono state affidate a Will Sliney. Ecco cosa hanno dichiarato in un’intervista, mentre infondo vi mostriamo alcune tavole in anteprima del primo numero:
Soule: !Si trattava di creare una storia che avesse un respiro epico e soprattutto una risonanza emotiva per Ben Solo, perché la sua transizione, la sua conversione al lato oscuro deve essere convincente e restare allo stesso livello di altre epocali conversioni al lato oscuro a cui abbiamo assistito. Ci sono molti momenti in cui lo vediamo pensare e aspettare prima di reagire. È un individuo molto chiuso… tranne che in certi momenti, no? È completamente al controllo di se stesso, è totalmente compartimentalizzato, finché non succede qualcosa, e allora tutte le barriere vanno in pezzi, e si scatena facendo a pezzi il suo elmetto o distruggendo la console di un computer con la sua spada laser.
Credo che quando una certa prima pagina comparirà nelle anteprime, farà scalpore. Possono tutti usare la Forza, o meglio il suo lato oscuro, in varie gradazioni. Non sono potenti quanto un Jedi o quanto un Sith, ma la usano quando combattono… seguono una specie di codice, come una banda di motociclisti, ma niente di troppo elaborato. Sono molto elastici. Molti di loro vogliono vivere come gli pare, prendere ciò che la galassia ha da offrire e divorare ciò che il lato oscuro mette sul loro cammino.
Mi sarebbe piaciuto usare di più Leia nella serie, soprattutto perché penso che Will disegni una bellissima Leia Organa, ma in ultima analisi questa è una storia che parla di Ben Solo. Credo che, considerato il viaggio che lo attende, debba seguire il suo cammino in autonomia. E abbiamo visto quanto sia attaccato a sua madre nei film. Se Leia avesse una presenza rilevante nel suo viaggio, forse non si concluderebbe come dovrebbe. E credo che se diamo un’occhiata all’architettura generale della galassia di Star Wars in questo periodo, credo che molti degli eventi che avvengono siano specificamente orchestrati per tenere Leia lontana da Ben. Leggete in queste parole quello che preferite. Così come c’era una partita a lungo termine giocata sul destino di Anakin, credo ci sia qualcosa del genere anche riguardo a Ben Solo. C’è un momento magnifico nella fine del primo numero in cui Ben incontra Snoke per la prima volta e… Snoke è molto diverso in questa serie. Il modo in cui si comporta nei confronti di Ben e il modo in cui Ben si lega a lui è molto diverso da ciò che vediamo ne Il risveglio della Forza e Gli ultimi Jedi, ed è voluto.
Quello che vogliamo fare è trasmettere una sensazione simile ai grandi momenti mitologici di Star Wars, che si tratti del duello tra Anakin e Obi-Wan su Mustafar o di quello nella sala del trono alla fine de Il ritorno dello Jedi. Quei momenti in cui il destino della Forza, il destino della galassia e l’equilibrio della Forza vengono soppesati sul piatto della bilancia. In questa miniserie, se faremo le cose per bene, vedremo che gli eventi vanno in crescendo fino al momento in cui Ben farà una scelta, capirete perché la fa e capirete che non aveva scelta, anche se lui crede di poterlo fare liberamente. È così che la sua storia dovrebbe essere. È la stessa cosa che accadde ad Anakin. Se facciamo bene il nostro lavoro, il suo destino sembrerà totalmente inevitabile e allo stesso tempo totalmente prevenibile… ed è questa la grande tragedia dell’intera storia.”
Sliney: “Useremo molto la simbologia della maschera. In uno dei primissimi momenti della serie… vediamo i due lati di Ben, dove risulta evidente che è emozionalmente ferito e inizia ad alzare questo scudo, questa barriera esterna. Nel giro di due vignette vogliamo mostrare come un istante prima il personaggio è un ragazzo spaventato e come, un istante dopo, può rivelarsi un individuo molto, molto oscuro. È qualcosa che va fatto con sottigliezza.
Non ho mai visto un attore o un personaggio che sappia trasmettere così tanto con il semplice tremolio di un labbro, è qualcosa che cerco di replicare come meglio posso anche nelle vignette. Quel labbro inferiore che si incurva all’ingiù quasi come quello di un bambino e che tradisce le sue emozioni è qualcosa che tento di evocare qua e là in certi momenti della storia, anche se è un effetto difficile da rendere in un’immagine immobile. Scoprirete moltissime cose sui Cavalieri di Ren e molto, molto rapidamente in questa serie.”