Siamo ormai quasi alla fine, un solo episodio e la prima stagione di The Bad Batch finisce, con la seconda stagione in arrivo il prossimo anno come vi avevamo annunciato qualche giorno fa. Posso dirlo, finalmente un episodio di alto livello, che prepara il finale di stagione e regala parecchie emozioni. Si torna dove tutto è iniziato, come anticipa il titolo, un sentore di fine, di apocalisse che staa per scagliarsi sui protagonisti. Finalmente, per la prima volta, emergono conflitti emotivi dei protagonisti e un personaggi che spicca decisamente sugli altri, portando a galla il tema fondamentale di tutta la serie.
Nonostante l’assenza della Forza, è bello vedere una delle situazioni più classiche di Star Wars: unirsi al lato oscuro, l’Impero in questo caso. A fare questa proposta è sicuramente il personaggio che tiene a galla tutto l’episodio e centro emozionale dell’episodio. Un confronto che rende la puntata uno dei picchi della stagione ma che al tempo stesso fa rabbia visto che questo confronto andava evidenziato già in passato visto che fa emergere i caratteri dei personaggi, uscendo dalla loro posizione abituale. Nonostante venga utilizzato lo stesso schema del salvataggio visto altre volte, questa volta vediamo una struttura narrativa diversa. Resta un solo rimpianto: abbiamo raggiunto la maturità che cercavamo, l’approfondimento psicologico solo alla fine.
Ora, parliamo senza spoiler!
Dopo aver catturato Hunter nello scorso episodio, Crosshair attira il resto della squadra su Kamino e sarà la relazione tra questi due a rendere la puntata decisamente affascinante. Crosshair attiva il localizzatore di Hunter per attirare la squadra e grazie ad Omega, i protagonisti atterrano sul pianeta senza essere notati, andando nel laboratorio dove è stata creata la squadra. Da qui inizia la ricerca di Hunter, ma vengono intrappolati da Crosshair e nel frattempo Rampart prende dal pianeta tutta la tecnologia relativa alla clonazione per poi distruggere il pianeta.
L’ordine a Crosshair è semplice: uccidere i suoi vecchi compagni anche se poi disubbidisce. Crosshair ha altri piani per loro, vuole offrirgli l’opportunità di unirsi all’Impero e qui inizia un bellissimo scambio di dialogo in cui il clone dice di aver sofferto di essere stato abbandonato dalla sua squadra ma che vuole dare a tutti una seconda opportunità. Hunter però rifiuta e gli risponde che è colpa del chip inibitore ma arriva la rivelazione shock: Crosshair non ha più il chip e si comporta così perchè è quello che vuole. E’ un livello altissimo per la serie perchè finalmente vediamo emergere le differenze ideologiche dei protagonisti, cosa che non abbiamo mai visto. Nel finale la squadra riesce a liberarsi, Hunter stordisce Crosshair ma non lo abbandona, facendolo andare via con loro ma inizia un momento critico visto che Rampart inizia l’attacco. Tutta Kamino viene bombardata dagli incrociatori e la squadra prova a salvarsi.
A livello emotivo abbiamo toccato il livello massimo ma questo non giustifica quanto visto fin’ora. Resta il gran finale, ma a questo punto mi viene da pensare che tutto questo serve per prepararci alla seconda stagione, seppur in maniera lenta.
Di easter egg ce ne sono pochi in realtà anche se la colonna sonora della squadra che arriva su Kamino è inconfondibile ed è quella che troviamo su Episodio II: L’Attacco dei Cloni quando Obi-Wan atterra su Kamino per cercare il cacciatore di taglie Jango Fett. Su Tipoca City ci sono solo soldati imperiali e i primi stortroopers con designazione TK, i quali hanno le armature ispirate ai concept art di Ralph McQaurrie.
Mentre i nostri protagonisti si scontrano con i droidi, Rampart e Tarkin fanno il punto della situazione e quest’ultimo intima l’Ammiraglio di far fuoco sulla capitale con la frase “You may fire when ready”, pronunciato già in Episodio IV prima della distruzione di Alderaan.