E’ passato qualche giorno dal finale della seconda stagione di The Mandalorian, stagione che sicuramente sul piano emotivo ci ha devastato e stupito grazie alla capacità di espandere l’universo e introdurre nuovi personaggi insieme a vecchie conoscenze. A freddo ho deciso di realizzare questa recensione dell’intera stagione cercando di ripercorrere tutto quello che abbiamo visto.
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…
I protagonisti: Din Djarin e Grogu
L’intera serie si basa principalmente sul loro rapporto, costruito in maniera eccezionale e un affetto tra i due che è cresciuto puntata dopo puntata, non è un caso che nel finale siamo scoppiati a piangere per la scena finale. Pedro Pascal in questa serie ha fatto un lavoro pazzesco, riuscendo a trasmettere emozioni anche senza mostrare il volto. Tanto di cappello anche per Favreau che ha costruito bene il piccolo dosando con intelligenza le informazioni su di lui e sul suo passato, regalandoci una backstory che si ricollega alla trilogia prequel, con riferimenti sottili e importanti.
La stagione ci ha insegnato che se teniamo veramente a qualcuno siamo disposti anche a tradire il proprio credo, basti pensare alla penultima puntata quando Din si toglie il casco pur di salvare il suo piccolo amico. Oltretutto scopriamo delle storie interessanti anche con i personaggi secondari come Fennec Shand, Cara Dune, Greef Karga e soprattutto Mayfield. La seconda stagione porta a compimento la missione di Din con Grogu, una storia come padre e figlio, chiudendo il cerchio. Ora Grogu è con Luke Skywalker, Din deve risolvere la questione Darksaber con Bo-Katan e siamo curiosi di sapere che piega prenderà la storia con la terza stagione.
L’introduzione dell’universo espanso e collegamenti con le prossime serie-tv
Introdurre The Clone Wars, la Trilogia Originale, Rebels e i libri, oltre il collegamento alla trilogia sequel, sono un chiaro fan service per far felici tutti i fan ma è anche una “meravigliosa” bugia. Quando la serie tv è stata presentata al mondo, lo scopo era quello di distaccarsi da tutto ciò che conosciamo e muoversi in maniera totalmente autonoma, cercando di risollevare gli animi dopo la trilogia sequel. La prima stagione aveva dato l’idea che la serie sarebbe stato un mondo tutto suo, alla scoperta di tutto ciò che non abbiamo mai visto. Ma la seconda stagione non ha continuato sulla stessa linea (scelta per me discutibile), si è preferito di più puntare sulla spettacolarità e i coinvolgimenti dei personaggi noti invece di puntare tutto sull’originalità.
A mio parere è un’occasione persa per dare veramente freschezza al franchise come si diceva fin dal principio. Invece di lanciare dei personaggi nuovi e originali come Cara Dune, Din Djarin e Kuiil, alla fine hanno preferito puntare sul “classico” e sicuro. Ha funzionato, perfettamente, ma è stata tutta una bugia.